PROBLEMA 1
Si considerino i triangoli la cui base è
- Riferito il piano ad un conveniente sistema di coordinate, si determini l’equazione del luogo geometrico
descritto da . - Si rappresenti
, tenendo conto, ovviamente, delle prescritte condizioni geometriche. - Si determini l’ampiezza dell’angolo
che rende massima la somma dei quadrati delle altezze relative ai lati e e, con l’aiuto di una calcolatrice, se ne dia un valore approssimato in gradi e primi (sessagesimali). - Si provi che se
allora è
SOLUZIONE DEL PROBLEMA 1
Punto 1.
Consideriamo il punto A coincidente con l’origine degli assi cartesiani e il punto B di coordinate
Facciamo passare per il punto
Costruiamo l’asse a del segmento
Disegniamo la bisettrice b’ dell’angolo formato dalla semiretta r con il semiasse positivo delle
Intersechiamo b con r ; si ottiene il punto C (figura 1 ).

Punto 2.
Al variare della semiretta r attorno all’origine degli assi, il punto C descrive un luogo geometrico
La retta b ha equazione:
Intersecando queste due rette si ottiene il punto C :
Possiamo dunque scrivere:
Sostituendo
Di questa iperbole si deve considerare solo il ramo “di sinistra”, ossia quello che giace nel semipiano definito da
Ponendo
Si ha:
Con centro di simmetria nel punto

Soluzione alternativa dei primi due punti del problema

Si consideri il trapezio isoscele ABEC (figura 3).
In questo trapezio la base CE è uguale al lato AC (e quindi anche al lato BE). Infatti è facile dimostrare che il triangolo AEC è isoscele perché l’angolo CAE è uguale all’angolo CEA (che a sua volta è uguale all’angolo EAB).
Essendo M il punto medio di CE , ne consegue che CM è sempre la metà del segmento AC .
Consideriamo ora la retta a (asse del segmento AB ) come direttrice e il punto A come fuoco. Possiamo pensare al luogo geometrico
Il luogo
Considerando il punto A come origine degli assi e l’asse positivo delle
Quadrando si ottiene:
da cui si ottiene l’equazione del luogo:
Di questa iperbole si deve considerare solo il ramo “di sinistra”, ossia quello che giace nel semipiano definito da
Punto 3.
Disegniamo le altezze relative ai lati AC e BC come richiesto.

Ragionando sui triangoli rettangoli ABK e ABH , si ha
Nel triangolo ABC deve essere
Si ricava pertanto che
La funzione si cui viene chiesto il massimo è la seguente:

Studiando il segno della derivata prima
si ottiene che il massimo si ha per
Usando la calcolatrice, si ottiene
Punto 4.
Se l’angolo
Quindi il triangolo è isoscele.

Questo triangolo isoscele si ritrova nella costruzione geometrica del decagono regolare inscritto in una circonferenza (il lato è la sezione aurea del raggio).
Quindi AC è la sezione aurea di AB , ossia vale la seguente relazione:
PROBLEMA 2
Si consideri un cerchio
- Tra i triangoli isosceli inscritti in
si trovi quello di area massima. - Si denoti con
l’area del poligono regolare di lati inscritto in . Si dimostri che e si trovi un’analoga espressione per l’area del poligono regolare di lati circoscritto a . - Si calcoli il limite di
per . - Si spieghi in che cosa consista il problema della quadratura del cerchio e se, e in che senso, si tratti di un problema risolubile o meno.
Soluzione del problema 2
Punto 1.
Consideriamo la figura 1.
Indichiamo con x la misura dell’altezza HC del triangolo.

Per i secondo teorema di Euclide, si ha:
L’area del triangolo ABC è quindi:
Derivando si ottiene:
L’area è massima per
In questo caso il triangolo è equilatero.
Punto 2.
Consideriamo un poligono regolare di

L’area del poligono regolare sarà pertanto:

Il poligono regolare circoscritto con lo stesso numero di lati avrà area:
Punto 3.
Il limite richiesto è il seguente:
Questo limite rappresenta l’area del cerchio.

Punto 4.
Si tratta di un famoso problema nato nella matematica greca, ovvero se sia possibile, usando soltanto la riga e il compasso, costruire un quadrato equivalente, cioè con la stessa area, di un cerchio dato.
Per il cerchio questo problema non si può risolvere con riga e compasso.
Questo problema è possibile invece per ogni poligono. Ad esempio, è possibile fare la “quadratura di un triangolo”; si può infatti costruire, usando soltanto la riga e il compasso, un quadrato equivalente al triangolo.

Nell’Ottocento è stato dimostrato che il problema della quadratura del cerchio è impossibile perché il numero
QUESITO 1
La regione R delimitata dal grafico di
Soluzione quesito 1

Il volume del solido si può ottenere con un integrale definito con il metodo delle “fette”.
Determiniamo la superficie del generico triangolo equilatero. Si ottiene:
Integrando si ha:
QUESITO 2
Le misure dei lati di un triangolo sono
Soluzione quesito 2
Poiché si conoscono i tre lati del triangolo, allora si deve applicare come primo passaggio il teorema del coseno (o di Carnot).
Si ottiene:

Quindi
Sostituendo
Si ha
Analogamente si ha:
Infine si ha
QUESITO 3
Si determini, al variare di
Soluzione quesito 3
L’equazione data può essere scritta nella forma:
che si può risolvere tramite il sistema
La cubica
La derivata prima è
Il massimo si ha per
Il minimo relativo vale

Si conclude che l’equazione ammette una soluzione per
QUESITO 4
Un serbatoio di olio ha la stessa capacità del massimo cono retto di apotema 1 metro. Si dica quanti litri d’olio il serbatoio può contenere.
Soluzione quesito 4
Si pone

Il volume del cono è dato da:
Derivando si trova che il volume è massimo per
Trasformando in litri, si ottiene:
QUESITO 5
Si mostri che la funzione
Soluzione quesito 5
La funzione data è ottenuta traslando di 8 verso l’alto la funzione
E’ una funzione derivabile e quindi continua in R e quindi anche nell’intervallo dato
In base al teorema di Lagrange citato nell’enunciato esiste almeno un punto

Per determinare tale punto (o tali punti) dobbiamo risolvere l’equazione
ossia
Si ha pertanto
In questi punti del grafico della cubica la retta tangente è parallela alla corda che congiunge i punti estremi A
QUESITO 6
Si sa che il prezzo
Soluzione quesito 6
Il prezzo finale dell’abito è inferiore a quello iniziale ed è indifferente, in questo caso se si è avuto prima l’aumento e poi la riduzione.
Infatti in entrambi i casi, il prezzo finale sarà:
Il prezzo finale è quindi il
In generale se
QUESITO 7
Se
Soluzione quesito 7
Se la funzione è dispari (e continua) allora il suo integrale in un intervallo simmetrico rispetto all’origine O è nullo.

L’integrale della funzione
QUESITO 8
Si risolva l’equazione
Soluzione quesito 8
Il numero
Semplificando si ottiene:
Si ottiene l’equazione di secondo grado:
che ha le soluzioni, entrambe accettabili,
QUESITO 9
Si calcoli l’integrale indefinito
Soluzione quesito 9
L’integrale indefinito assegnato si risolve per sostituzione, una sostituzione di tipo trigonometrico; la sostituzione è suggerita dalla seguente figura.

Si pone
Quindi
Sostituendo nell’integrale
Quindi tornando alla variabile
In definitiva si ha
L’integrale corrisponde a un quarto dell’area del cerchio unitario:

QUESITO 10
Per orientarsi sulla Terra si fa riferimento a meridiani e a paralleli, a latitudini e a longitudini. Supponendo che la Terra sia una sfera
Soluzione quesito 10
Un meridiano (figura 1) è una delle due semicirconferenze massime ottenute dall’intersezione di un piano passante per il polo Nord e per il polo Sud con la superficie sferica della Terra.
Gli estremi di un meridiano sono dunque il polo Nord e il polo Sud (figura 1).

Un parallelo (figura 2) è una circonferenza ottenuta dall’intersezione tra un piano perpendicolare all’asse terrestre con la superficie terrestre.

Considerato un meridiano di riferimento (Greenwich), per ogni punto della superficie terrestre (diverso dai poli) passa uno ed un solo meridiano.
L’angolo (minore di 180°) formato tra il piano passante per l’asse terrestre contenente il meridiano e quello di riferimento si chiama longitudine (che è detta latitudine Est oppure latitudine Ovest a seconda che il punto P si trovi a Est oppure a ovest del meridiano di Greenwich. Ad esempio l’Italia è a Est; vedi figura 3).

Considerato il piano perpendicolare all’asse terrestre e passante per il centro O della Terra, questo interseca la superficie sferica su un cerchio massimo detto equatore. Il meridiano passante per P incontra l’equatore in un punto E.
L’angolo POE si chiama latitudine (“latitudine Nord” se P appartiene all’emisfero Nord, “latitudine Sud” se P appartiene all’altro emisfero; vedi figura 4).
