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Sono persuaso che questo sito sia una bacheca e non una chat room perciò non uso messaggi privati e non rispondo a quelli che ricevo. Ma a quello qui di seguito devo rispondere. Aprire questa discussione sul linguaggio è un compromesso.

  

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Ricevuto sul mio profilo da @Giuseppe_Criscuolo senza marca oraria; visto alle 16:10 del 10 marzo 2024.
Si riferisce a una mia risposta al link http://www.sosmatematica.it/forum/postid/186463/
Potrebbe interessare @mg e @Sebastiano che mi pare abbiano espresso riserve simili in passato.
Buongiorno exProf, posso sapere il tuo nome?
Io sono prof. ancora in attività anche se ho passato i sessant'anni, e ti dico che da un bel po' di anni è assolutamente inopportuno rivolgersi ai ragazzi con espressioni come
'Il tuo italiano è penoso (fuor dai denti: fa cacare, parlando con pardon!)'
Se va bene ti prendono in antipatia, se va male i genitori vanno a protestare dal dirigente scolastico.
So bene che certe loro uscite ci irritano, ed a ragione, ma bisogna evitare di denigrarli, soprattutto pubblicamente, anche se lo pensiamo convintamente (ed ovviamente di alunni così ce ne sono!).
Questo si faceva ai nostri tempi ed oggi non funziona più, nemmeno ottieni che si mettano a studiare o si rendano conto di essere somari, per dirla francamente.
E allora, a che serve? Meglio sfogarsi coi colleghi, coi quali scambiarsi le risposte assurde che a volte ci danno gli alunni.
Vedi che sono riuscito ad ottenere qualcosa da lui, e poi a fornirgli aiuto, con una domanda gentile e tralasciando di puntualizzare sull'impostazione altisonante e per me ridicola che aveva dato 'un ragionamento esaustivo e completo' - ma de cchè??

Autore

@Giuseppe_Criscuolo
Caro collega,
anzi ex collega, purtroppo per me!
Sono passati diciott'anni da quando, dopo 37 anni di servizio ininterrotto, la mini finanziaria di Padoa-Schioppa mi licenziò con tre sole ore di preavviso: e 'l modo ancor m'offende; perciò dico purtroppo. Tu dici "anche se ho passato i sessant'anni"; io sarei voluto restare fino a settantadue come un mio preside; mi fu impedito per Legge. Fra i parecchi lustri che separano le nostre età (da tre a cinque: altro che "ai nostri tempi"! nulla in comune fra i miei e i tuoi tempi.) e queste differenze nel sentire sia la durata dell'attività che il linguaggio della didattica, immagino che tu sia un insegnante di un tipo diverso da quello che fu il mio.
Se mi consenti di azzardare direi che il tuo tipo sia abbastanza prossimo a «L'insegnamento è una forma di sacerdozio civile: si amministra sì il sal sapientiae, ma anche l'aiuto eucaristico e la comprensione penitenziale.».
Il mio tipo era abbastanza prossimo a «L'insegnamento è una professione liberale: ogni alunno è un cliente, anche se a liquidare la parcella non è lui, ma la Repubblica che me lo affidò. E non per dargli aiuto e comprensione, ma per essergli utile e indirizzarlo sulla via dell'istruzione e della responsabilità (l'esame che fu di maturità prima che NES doveva filtrare i cittadini maturi da quelli no).».
Il mio modo di rendermi utile non era di amministrare il sal sapientiae, ma di mettere a disposizione saliera e istruzioni per l'uso; non suggerivo come fare se non in sede di revisione del primo tentativo e non in pubblico: a un tavolino con i tre alunni del progetto e due insegnanti, io e l'ITP.
Poi c'erano anche momenti di critica non costruttiva, ma assolutamente nemmeno asettica: il rimprovero e il predicozzo scivolano sulla superficie del sedicenne medio senza influenzarlo in alcun modo. Affinché la critica penetri la superficie servono i toni della rampogna e dell'invettiva, un linguaggio forte che resti nella memoria.
A tal proposito ho più volte fatto notare che io non ho alcun interesse a offendere scolari, alunni o studenti che siano i richiedenti, ma che invece ho molto interesse a segnalare ogni loro punto debole con un vigore verbale sufficiente a far loro rammentare la segnalazione quando, in classe o in esame, starà per scappargli un comportamento altrettanto deplorevole e che, là, verrebbe effettivamente deplorato con un votaccio o una bocciatura.
In sintesi: il maltrattamento verbale è un aiuto per il futuro.
E, come insegnante, io sentivo il compito di rendermi utile per il futuro e non di essere simpatico nel presente.
Mi pareva d'averti già detto qualcosa del genere in un mio commento al link
http://www.sosmatematica.it/forum/postid/183893/
Vengo al merito del tuo messaggio, da sotto in su.
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Vedi che sono riuscito ad ottenere qualcosa da lui, e poi a fornirgli aiuto, con una domanda gentile e tralasciando di puntualizzare sull'impostazione altisonante e per me ridicola che aveva dato 'un ragionamento esaustivo e completo' - ma de cchè??
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Vedo, ma non mi commuovo.
Fornire aiuto con le dande non m'interessa: chi non sa gattonare, resti fermo.
Circa il tralasciare, ti rammento che l'uso del linguaggio cade sotto la competenza di tutti gl'insegnanti.
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So bene che certe loro uscite ci irritano, ed a ragione, ma bisogna evitare di denigrarli, soprattutto pubblicamente, anche se lo pensiamo convintamente (ed ovviamente di alunni così ce ne sono!).
Questo si faceva ai nostri tempi ed oggi non funziona più, nemmeno ottieni che si mettano a studiare o si rendano conto di essere somari, per dirla francamente.
E allora, a che serve? Meglio sfogarsi coi colleghi, coi quali scambiarsi le risposte assurde che a volte ci danno gli alunni.
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Non reputo denigratorio dire pana al pane e, come dicevano i bimbi dell'asilo, "a chi s'offende, la coda gli pende!".
Non è mio compito ottenere checché, ma fornire la saliera, le istruzioni per l'uso e qualche suggerimento.
Non ho quasi mai bisogno di sfogarmi perché quasi mai subisco frustrazioni.
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Io sono prof. ancora in attività anche se ho passato i sessant'anni, e ti dico che da un bel po' di anni è assolutamente inopportuno rivolgersi ai ragazzi con espressioni come
'Il tuo italiano è penoso (fuor dai denti: fa cacare, parlando con pardon!)'
Se va bene ti prendono in antipatia, se va male i genitori vanno a protestare dal dirigente scolastico.
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Come ho appena scritto, quasi mai subisco frustrazioni.
Se ritenessi un'azione inopportuna in un dato contesto eviterei di compierla; se l'ho compiuta vuol dire che la ritenevo opportuna, poi magari si rivela inopportuna a posteriori: sono disgrazie!
Ho subito antipatie da alunni più o meno intelligenti la maggior parte dei quali, in pochi mesi, l'hanno mutata in amicizia e, alcuni, in devozione; ma anche agli altri sono stato utile e son venuti a dirmelo dopo anni.
Su tutto che inerisce alla didattica le decisioni dell'insegnante sono, per Legge, insindacabili: se il DS aveva da dirmi cose riguardanti le procedure, l'ascoltavo con la debita attenzione; ma se veniva in classe mia era un gradito ospite e nulla più. I genitori poi, che avrebbero mai da protestare? Non esiste proprio!
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Buongiorno exProf, posso sapere il tuo nome?
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No, non qui.
Su un paio d'altri siti m'iscrissi per nome e cognome, e si rivelò una pessima idea.
Anche se qui non ho visto nulla di sgradevole a carico di chi lo fa, non corro il rischio per la terza volta.
Se è un appellativo nominale che ti serve inventane uno tu, quello che a Lecce si chiamava "la 'ngiuria" (un nome o soprannome caratterizzante) e che ancora leggo sui manifesti mortuarî in Campania (Procida e Castiglione del Genovesi).
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Gesù, che verbosità!
Quest'editor non ha il conta caratteri, ma saranno almeno seimila battute, scusami!
Saluti.

@exprof 

non sono mai stato un "collega" 

ho provato ad insegnare ma iniziando a settembre, prima di Natale

avevo già detto al preside che non era per mè e a gennaio avevo già

altro da fare!

Ho fatto l'imprenditore e ho avuto a che fare con tanti giovani che lavorando con me son diventati poi padri di famiglia e ancor adesso si ricordano di me

Son cresciuto a calci nel sedere... partendo da zero 

e onestamente rigranzio di averli presi 

Non condivido il "nuovo" modo di approcciare l'educazione

sarà anche "moderno" ed io un "antico" ma :

il non funziona più!

chi lo ha detto?

non funziona quello che non vogliamo che funzioni!!!

Tenete il popolo povero e sopprattutto ignorante,

e regnerete!

@exprof   gesù... certo non ti scrivo più! 😅😂

@exprof buonasera. Oso dire la mia opinione circa questa discussione, considerando che mi riguarda da vicino. Lei ha pienamente ragione nel rimproverare la forma alquanto vaga e scorretta con cui mi sono posto nella domanda a cui mi ha risposto, è un accorgimento che reputo importante tanto quanto la risoluzione dell’esercizio stesso. Semplicemente non mi sarei mai aspettato di leggere cose come:”Il tuo italiano fa cacare” dall’alto di un ex docente con tanto di onorificenza al merito della Repubblica, complice la mia inesperienza. Passando oltre, è innegabile che questo metodo sia un aiuto per il futuro ed è un bene che mi sia ritrovato in una situazione del genere su S.O.S. Matematica il 10 Marzo 2024 che non alla maturità il prossimo Giugno



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