I due corpi sono sottoposti a una forza elettrica di tipo repulsivo che, per definizione, è pari a:
$$
F_e=k_0 \frac{Q_1 Q_2}{r^2}=8,988 \times 10^9 \frac{\mathrm{Nm}^2}{\mathrm{C}^2} \times \frac{38 \times 10^{-9} \mathrm{C} \times 72 \times 10^{-9} \mathrm{C}}{(0,23 \mathrm{~m})^2}=4,65 \times 10^{-4} \mathrm{~N}
$$
Determino ora le accelerazioni dei due corpi applicando il secondo principio della dinamica:
$$
\begin{aligned}
& a_1=\frac{F_e}{m_1}=\frac{4,65 \times 10^{-4} \mathrm{~N}}{5,6 \times 10^{-5} \mathrm{Kg}}=8,3 \frac{\mathrm{m}}{\mathrm{s}^2} \\
& a_2=\frac{F_e}{m_2}=\frac{4,65 \times 10^{-4} \mathrm{~N}}{8,9 \times 10^{-5} \mathrm{Kg}}=5,2 \frac{\mathrm{m}}{\mathrm{s}^2}
\end{aligned}
$$
Dal momento che la forza elettrica dipende dalla distanza a cui le due cariche si trovano l'una dall'altra e l'accelerazione è direttamente proporzionale alla forza, man mano che si muovono, i due oggetti saranno sottoposti a una minore repulsione, avranno dunque un'accelerazione minore e, di conseguenza, anche la velocità non rimarrà costante.