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Ferragosto d'indecisioni

  

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Scusate la domanda leggermente fuori luogo anche se in fin di conti è comunque una sorta di problema.

Dopo molti anni di amore incondizionato per la filosofia, la matematica, la fisica, la musica classica e la letteratura è purtroppo giunto per me il momento di scegliere quale tra queste discipline approfondire nel mondo accademico, facendo una tormentata cernita ho deciso che seguirò un paio di corsi l'anno, tempo permettendo, dei corsi di studio in lettere classiche, filosofia e lettere moderne considerandoli come extracurriculari e di conseguenza non facenti media. Il problema che ora mi affligge, e che ha già afflitto innumerevoli studenti, è quello della scelta tra matematica e fisica come corso di studio principale. 

Del corso di fisica mi interessano principalmente i campi della meccanica classica, soprattutto la parte riguardante i fluidi, dell'elettromagnetismo e, per quel poco che ho avuto modo di vedere, della meccanica relativistica e quantistica, mentre circa quello di matematica provo un fortissimo amore per letteralmente ogni singola branca, il mio amore per essa iniziò dalle addizioni imparate prima del previsto all'asilo e si sviluppò sempre più raggiungendo il suo culmine durante il terzo anno di liceo quando iniziai a seguire in autonomia vari corsi di algebra lineare, analisi matematica e qualcosina sulle geometrie non euclidee.

Al momento la mia scelta ricade principalmente su matematica, dato che mi appassiona nettamente di più ed ho con essa un forte legame affettivo, alla Sapienza selezionando come esami a scelta del terzo anno elettromagnetismo e meccanica quantistica; il problema però è che preferirei maggiormente proseguire con una magistrale in fisica teorica od astrofisica, mi attirano molto anche meccanica celeste e cosmologia, alla quale però non posso accedere con una triennale in matematica a causa della richiesta di una valanga di crediti in alcuni ssd non affrontati.

Avete qualche consiglio da darmi per occuparmi di fisica, nei campi sopra citati, in futuro partendo però da matematica? avevo pensato di prendermi un anno dopo la triennale per acquisire i crediti richiesti per la magistrale, però non so quanto sia conveniente perdere un anno per fare ciò e rischiare di avere qualche lacuna importante; oltre ciò non credo sia possibile per questioni burocratiche visto che frequenterei tramite corsi singoli per non pagare altri 3000€ di tasse annuali e ridurre per quanto possibile le spese dato che sarei comunque a carico dei miei genitori molto probabilmente causa questioni organizzative dei corsi incongruenti agli orari lavorativi dato che non risulta conveniente saltare le lezioni di questo tipo di discipline.

Inoltre, per complicare le cose, amerei anche proseguire con una magistrale in matematica pura, soprattutto per approfondire le curve ellittiche, la geometria differenziale e molte altre cose estremamente interessanti per me anche se al momento non riesco ad immaginarmi come ricercatrice in qualsiasi ambito matematico; per qualche motivo estremamente infondato ho l'illusione che la ricerca in fisica sia più soddisfacente e più alla mia portata essendo una comune mortale.

Grazie mille per avermi dedicato del tempo, spero che questo post risulti utile anche a qualche futuro utente.

Autore

Ho trovato questo percorso magistrale molto interessante: https://matematicalm.campusnet.unito.it/do/home.pl/View?doc=settoreMAT2021/settoreMAT07percorsi2021.html

Lo lascio qui per la me del futuro ed utenti indecisi come me...

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Io credo che ti sei esaminata onestamente.Non ti credi un genio ma semplicemente una persona preparata. Secondo me nelle tue condizioni sarebbe appropriato partire da Matematica e poi aggiungere un po' di fisica. Non lasciarti condizionare dalle aspettative lavorative (altrimenti dovresti prendere Statistica) perché non sono legate al mercato attuale ma fra 5 anni.Sono loro che devono adattarsi a te.

Per non perdere la parte umanistica continua a leggere e scrivere.E' quello che ho fatto io.

@eidosm infatti credo sia la scelta più consona anche per poter coltivare gli altri interessi durante il primo anno dato che comunque i primi corsi sarebbero per me un ripasso con qualcosina di nuovo che forse tralasciai studiando in autonomia. Spero di non pentirmi a metà del percorso della scelta. 

Grazie mille per la risposta 🙂



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Nel mio corso di Analisi negli anni accademici 1957/59 allo Studium Urbis (poi rinominato La Sapienza) eravamo 1200 studenti ammonticchiati ovunque in un'aula da 750 posti a sedere: c'erano matricole e fagioli di ogni corso di laurea delle facoltà di Scienze e di Ingegneria.
Una mattina del primo anno in cui il brusio era più intenso del solito il Ch.mo Prof. Gaetano Fichera evidentemente di ottimo umore (di solito, se c'era brusio, interrompeva la lezione e lasciava l'aula uscendo da una fetta di lavagna che s'apriva su uno stanzino professorale) interruppe la lezione dicendo che ci avrebbe illustrato la profonda differenza di mentalità fra un buon matematico e un buon fisico in modo che potessimo essere confermati nella nostra scelta o mutare iscrizione se ci fossimo sentiti in maggior sintonia con la mentalità dell'uno o dell'altro.
E ci raccontò un culacchio esemplare.
Se un matematico e un fisico si trovano in disaccordo su un fatto oggetto dello studio di entrambi, ciascuno propone di dirimere la questione a suo modo.
Il matematico dice "Se vieni nel mio studio, dove ho una grande lavagna, in mezz'ora ti dimostro la correttezza del mio punto di vista."
Il fisico dice "Se vieni nel mio laboratorio ti mostro i quaderni delle misure (oggi "log file") e te le faccio rifare a te con le mani tue così ti convinci della correttezza del mio punto di vista."
Secondo Fichera i due modi di pensare, entrambi legittimi, sono però non soltanto inconciliabili, ma nemmeno riducibili a una qualche posizione di compromesso; perciò, diceva Lui, se ti senti più vicino all'uno che all'altro non stare nel corso di laurea dell'altro; e, se non ti senti in sintonia con nessuno dei due, iscriviti a Chimica o a Ingegneria o all'Istituto Orientale: non a Matematica né a Fisica, saresti infelice.

@exprof io a quanto pare utilizzo entrambi i metodi anche se prediligo e preferisco maggiormente quello matematico che però in alcuni casi entra in crisi e mi costringe ad utilizzare il secondo che potrebbe descrivere meglio anche i fenomeni che non è possibile dimostrare per l'impossibilità di dedurre degli assiomi fissi. Al momento credo di prediligere una formazione in matematica pura però amerei anche aver a che fare in maniera intensa con la matematica applicata all'ambito fisico.



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SOS Matematica

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