Ciao a tutti!
Ma sbaglio o qui non c’è soluzione, in quanto non c’è un neanche un “pezzo” della retta Fx che stia sopra alla parabola Gx.
grazie mille a chi saprà aiutarmi!
Ciao a tutti!
Ma sbaglio o qui non c’è soluzione, in quanto non c’è un neanche un “pezzo” della retta Fx che stia sopra alla parabola Gx.
grazie mille a chi saprà aiutarmi!
Ti stai confondendo.
I punti di intersezione delle due funzioni sono x=0 e x=4.
La disequazione f(x) > g(x) è verificata per 0< x <4
Nell'intervallo 0< x < 3 i punti appartenenti alla parabola hanno ordinata minore di zero, nello stesso intervallo i punti appartenenti alla retta hanno ordinata maggiore di zero.
E anche nell'intervallo 3< x <4 la disequazione è verificata, poiché i punti appartenenti alla retta hanno ordinata maggiore rispetto ai punti appartenenti alla parabola.
E CERTO CHE TI SBAGLI, ma si tratta di equivoci linguistici che ti mandano in tilt i significati matematici!
Tu intanto scrivi «non c’è un neanche un “pezzo” della retta Fx che stia sopra alla parabola Gx» e non «non c’è un neanche un “pezzo” della retta Fx che stia sopra a un “pezzo” della parabola Gx»: se avessi scritto così ti saresti subito accorta della falsità dell'affermazione e non l'avresti pubblicata.
Però mi sembra che ci sia anche un equivoco più profondo e cioè che tu non ti renda ben conto che dire "la retta f(x)" e "la parabola g(x)" [NON Fx e Gx, che significano altro: i simboli sono importanti come e più delle parole!] sono solo abbreviazioni di gergo, ma non significano affatto che "la retta è f(x)" o "la parabola è g(x)" perché il significato è che "la retta è il luogo dei punti (x, y) che godono della proprietà y = f(x)" o "la parabola è il luogo dei punti (x, y) che godono della proprietà y = g(x)".
Scrivere
* f(x) > g(x)
si riferisce ai due singoli punti di ascissa x, non a “pezzi” di luogo né tanto meno al luogo intero; i “pezzi” vengono fuori come intervalli di ascisse contigue con lo stesso valore di verità dell'affermazione "f(x) è maggiore di g(x)".