SONO OBBLIGATI AD ESSERE EBETI SE VOGLIONO ESSERE ADOTTATI: su' turnisi!
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Grazie ai ministri della pubblica istruzione succedutosi dopo Luigi Berlinguer (che con Franco Bassanini aprirono nelle normali regole ampi spiragli in cui i successori forzarono tali cunei da provocare crolli e sfracelli) e alle loro Direttive Ministeriali ai Consigli di Classe fu tolta la libertà di decidere se e quali libri adottare come testi scolastici e fu fatto obbligo di adottare, e solo Testi Adottabili. Anzi, no! L'obbligo era di "proporre l'adozione" al Collegio dei Docenti che, a maggioranza, l'avrebbe poi approvata o respinta.
Prima, la responsabilità d'avere preso un testo inadatto era del singolo professore che aveva deciso sulla base di un accurato esame del libro e in minima parte del Consiglio di Classe che ne registrava la decisione; gli editori, sapendolo, ci stavano attenti: libri smilzi, ben scritti e ben revisionati.
Dopo e a tutt'ora, la responsabilità è diluita fra i 30-50 professori di un Ginnasio-Liceo di provincia o i 150-300 di un ITIS multindirizzo di una grande città. Al proponente originale, ormai irresponsabile, basta guardare la copertina e andare a prendere un caffè con l'informatore editoriale; al Consiglio di Classe, ormai irresponsabile, basta trasmettere la proposta al Collegio dei Docenti: e tutti vissero felici e contenti!
I Testi Adottabili eliminano la libertà d'insegnamento in quanto non si limitano a presentare la materia, ma la spiegano con esempi svolti scelti dall'autore e non dal docente; non hanno un eserciziario adottabile separatamente, ma esercizi di fine capitolo scelti dall'autore e non dal docente; ... e così via. Se un docente s'azzarda a proporre i proprii esempi ed esercizi secondo la diretta conoscenza che ha dei suoi alunni e poi uno prende un'insufficienza, c'è sempre un signor Cretinetti che reclama dal Dirigente Scolastico "Il professore non ha seguito il Libro di Testo, che c'entra mia figlia?" e il DS (non più Preside, professore esperto), spesso un non insegnante, che ha fra gli altri anche il compito di mantenere le relazioni "col territorio", quasi sempre convoca il docente e si fa lo spettacolino.
DS: "Caro Professore, vorrei che ascoltasse il signor Cretinetti."
Cretinetti: "Bla, bla, bla, Lei qui e là, eccequatso!"
DS: "Suvvia, signor Cretinetti, non trascendiamo!"
docente: "Questo, quello, e quell'altro ancora!"
DS: "Bene, ora che ho compreso la situazione, suggerirei che il Professore rivaluti la signorina Cretinetti e sono certo che lei recupererà. Ci siamo chiariti, signor Cretinetti? Ci siamo intesi Professore? Ora scusatemi, ma devo proprio correre dal DSGA. Arrivederci."
Uno spettacolino così non solo toglie una cucchiaiata di libertà d'insegnamento, ma toglie anche un piattino di dignità professionale.
Un docente è una persona normale, con un lavoro che gli dà il più alto carico d'incombenze burocratiche fra tutti i suoi colleghi europei in cambio del salario più basso (non di qualche per cento: 1/2 o meno degli altri!): perché mai dovrebbe accettare umiliazioni al posto dei meritati riconoscimenti? Lascia perdere, segue il Libro di Testo, rinuncia alla sua libertà d'insegnamento.
E tu ti meravigli?
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QUI TERMINO LA FILIPPICA E MI OCCUPO DELL'ESERCIZIO
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* (1 + a)*x^2 - a*x + (a - 1)/4 <= 0 ≡
≡ (1 + k)*x^2 - k*x + (k - 1)/4 <= 0 ≡
≡ a*x^2 + b*x + c <= 0 ≡
≡ (a = 0) & (b*x + c <= 0) oppure (a != 0) & (x^2 - s*x + p <= 0) ≡
≡ (a = 0) & (b != 0) & (x <= - c/b)
oppure
≡ (a = 0) & (b = 0) & (c <= 0)
oppure
≡ (a != 0) & (x^2 - s*x + p <= 0)
e quest'ultima come al solito.
ALTERNATIVAMENTE
* (1 + k)*x^2 - k*x + (k - 1)/4 <= 0
ha parametrici tutt'e tre i coefficienti, quindi discuto tre casi particolari e un caso generale.
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A) k = - 1
* x + (- 1 - 1)/4 <= 0 ≡ x <= 1/2
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B) k = 0
* (1 + 0)*x^2 + (0 - 1)/4 <= 0 ≡ - 1/2 <= x <= 1/2
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C) k = 1
* (1 + 1)*x^2 - x + (1 - 1)/4 <= 0 ≡ 0 <= x <= 1/2
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D) k ∉ {- 1, 0, 1}
* (1 + k)*x^2 - k*x + (k - 1)/4 <= 0 ≡
≡ x^2 - (k/(k + 1))*x + (k - 1)/(4*(k + 1)) <= 0
≡ p(x) = x^2 - s*x + p <= 0
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Con
* s = k/(k + 1)
* p = (k - 1)/(4*(k + 1))
si ha
* Δ(k) = s^2 − 4*p = (k/(k + 1))^2 − 4*(k - 1)/(4*(k + 1)) = 1/(k + 1)^2
* √Δ = 1/(k + 1)
* X1 = (s - √Δ)/2 = (k/(k + 1) - 1/(k + 1))/2 = (k - 1)/(2*(k + 1))
* X2 = (s + √Δ)/2 = (k/(k + 1) + 1/(k + 1))/2 = 1/2
Le radici sono
* separate per X1 < X2 ≡ (k - 1)/(2*(k + 1)) < 1/2 ≡ k > - 1
* coincidenti per X1 = X2 ≡ (k - 1)/(2*(k + 1)) = 1/2 ≡
≡ impossibile, k = - 1 è un asintoto.
* complesse coniugate per Δ(k) < 0 ≡ 1/(k + 1)^2 < 0 ≡ impossibile
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AL VARIARE DI k ∈ R
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k = - 1: x <= 1/2
k > - 1: (k - 1)/(2*(k + 1)) < x < 1/2
coi casi
k = 0: - 1/2 <= x <= 1/2
k = 1: 0 <= x <= 1/2