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[Risolto] Disequazione parametrica 2°

  

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Sarà che sto diventando demente ma mi sembra che quello che uso sia veramente un manuale per ebeti, vedete come ne suggerisce lo sviluppo "I Fondamentali". Intanto, mi segnala che se il delta dipende dal parametro bisogna studiare i tre casi del delta positivo, negativo e nullo, ma senza altre spiegazioni sviluppa il solito calcolo del discriminate, mentre che il parametro si trova in tutti e tre i termini.                                  Poi trovate le radici indica il loro confronto nei due casi X1<X2 e X1>X2, il quale non ho ancora capito a che serve. Non è più semplice, a mio avviso, fare un confronto diretto eguagliando le due radici da cui otteniamo il medesimo risultato, X1=X2= -1 ?  Da qui poi procedere con i due casi in cui a>0, cioè a>-1, e a<0, cioè a<-1, che mi sembra molto più logica come procedura, e come in effetti poi fa il testo. 

Anche nell'esercizio che segue, sempre a mio avviso, il testo si contraddice nella soluzione a<0, lo spiego nelle note.

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 Ringrazio anticipatamente per la vs disponibilità e buonanotte.

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Ciao.

I casi esposti nel primo esempio come riferimento risolutivo nel testo e nel secondo svolto da te sono diversi. Quindi vediamo quello che tu hai svolto (di cui sinceramente capisco poco)

x^2 + a·x > 0  equazione associata spuria:   x^2 + a·x = 0

Quindi l'equazione associata è di 2° grado indubbiamente, ammettendo inoltre le due radici:

x·(x + a) = 0----> x = -a ∨ x = 0 (legge annullamento prodotto)

Con a ≠ 0 ti ritrovi sempre con due radici distinte, solo che

per a<0 risulta -a>0 e quindi a destra di x=0:

+++++++++0-------------(-a)++++++++>x

quindi soluzione:   x<0 v  x>-a

per a>0 risulta -a<0 e quindi a sinistra di x=0:

++++++++(-a)------------0++++++++++>x

quindi soluzione: x<-a v  x>0

In ogni caso hai 2 radici distinte per l'associata di cui devi prendere sempre come soluzione della disequazione proposta valori esterni a tali radici in quanto il coefficiente di x^2 è pari ad 1>0 ed il segno disequazione >0

Con a=0, essendo la disequazione forte devi escludere solo x=0

+++++++++++(0)+++++++++++++++>x

 

@lucianop   Luciano ti ringrazio come sempre per la tua disponibilità. C'è una cosa però che non mi è chiara ancora, cioè la procedura esatta che hai adottato nel dettaglio per a<0. Premetto che intervalli esterni, interni alle radici in base alla concordanza dei segni, ecc. sono concetti che ho acquisito. Il mio dubbio è, considerando a<0, l'equazione associata diventa la spuria x^2 -ax=0 o mi sbaglio? ho considerato a negativo nell'equazione spuria. Le soluzioni quindi sono x=0 e x=a, per cui ok per x=0 ma non capisco come ottieni x=-a.

@salvonardyn

Buon pomeriggio.

Rispondo alla tua domanda:

"Il mio dubbio è, considerando a<0, l'equazione associata diventa la spuria x^2 -ax=0 o mi sbaglio?"

Risposta:

SI TI SBAGLI: rimane sempre x^2+ax=0 se no modifichi l'equazione (che deve essere sempre quella)

@lucianop  buon pomeriggio a te. ok, allora capisco che devo semplicemente considerare, semplificando, se X1<X2 o se X1>X2 in modo da posizionarli correttamente sull'asse x.



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SONO OBBLIGATI AD ESSERE EBETI SE VOGLIONO ESSERE ADOTTATI: su' turnisi!
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Grazie ai ministri della pubblica istruzione succedutosi dopo Luigi Berlinguer (che con Franco Bassanini aprirono nelle normali regole ampi spiragli in cui i successori forzarono tali cunei da provocare crolli e sfracelli) e alle loro Direttive Ministeriali ai Consigli di Classe fu tolta la libertà di decidere se e quali libri adottare come testi scolastici e fu fatto obbligo di adottare, e solo Testi Adottabili. Anzi, no! L'obbligo era di "proporre l'adozione" al Collegio dei Docenti che, a maggioranza, l'avrebbe poi approvata o respinta.
Prima, la responsabilità d'avere preso un testo inadatto era del singolo professore che aveva deciso sulla base di un accurato esame del libro e in minima parte del Consiglio di Classe che ne registrava la decisione; gli editori, sapendolo, ci stavano attenti: libri smilzi, ben scritti e ben revisionati.
Dopo e a tutt'ora, la responsabilità è diluita fra i 30-50 professori di un Ginnasio-Liceo di provincia o i 150-300 di un ITIS multindirizzo di una grande città. Al proponente originale, ormai irresponsabile, basta guardare la copertina e andare a prendere un caffè con l'informatore editoriale; al Consiglio di Classe, ormai irresponsabile, basta trasmettere la proposta al Collegio dei Docenti: e tutti vissero felici e contenti!
I Testi Adottabili eliminano la libertà d'insegnamento in quanto non si limitano a presentare la materia, ma la spiegano con esempi svolti scelti dall'autore e non dal docente; non hanno un eserciziario adottabile separatamente, ma esercizi di fine capitolo scelti dall'autore e non dal docente; ... e così via. Se un docente s'azzarda a proporre i proprii esempi ed esercizi secondo la diretta conoscenza che ha dei suoi alunni e poi uno prende un'insufficienza, c'è sempre un signor Cretinetti che reclama dal Dirigente Scolastico "Il professore non ha seguito il Libro di Testo, che c'entra mia figlia?" e il DS (non più Preside, professore esperto), spesso un non insegnante, che ha fra gli altri anche il compito di mantenere le relazioni "col territorio", quasi sempre convoca il docente e si fa lo spettacolino.
DS: "Caro Professore, vorrei che ascoltasse il signor Cretinetti."
Cretinetti: "Bla, bla, bla, Lei qui e là, eccequatso!"
DS: "Suvvia, signor Cretinetti, non trascendiamo!"
docente: "Questo, quello, e quell'altro ancora!"
DS: "Bene, ora che ho compreso la situazione, suggerirei che il Professore rivaluti la signorina Cretinetti e sono certo che lei recupererà. Ci siamo chiariti, signor Cretinetti? Ci siamo intesi Professore? Ora scusatemi, ma devo proprio correre dal DSGA. Arrivederci."
Uno spettacolino così non solo toglie una cucchiaiata di libertà d'insegnamento, ma toglie anche un piattino di dignità professionale.
Un docente è una persona normale, con un lavoro che gli dà il più alto carico d'incombenze burocratiche fra tutti i suoi colleghi europei in cambio del salario più basso (non di qualche per cento: 1/2 o meno degli altri!): perché mai dovrebbe accettare umiliazioni al posto dei meritati riconoscimenti? Lascia perdere, segue il Libro di Testo, rinuncia alla sua libertà d'insegnamento.
E tu ti meravigli?
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QUI TERMINO LA FILIPPICA E MI OCCUPO DELL'ESERCIZIO
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* (1 + a)*x^2 - a*x + (a - 1)/4 <= 0 ≡
≡ (1 + k)*x^2 - k*x + (k - 1)/4 <= 0 ≡
≡ a*x^2 + b*x + c <= 0 ≡
≡ (a = 0) & (b*x + c <= 0) oppure (a != 0) & (x^2 - s*x + p <= 0) ≡
≡ (a = 0) & (b != 0) & (x <= - c/b)
oppure
≡ (a = 0) & (b = 0) & (c <= 0)
oppure
≡ (a != 0) & (x^2 - s*x + p <= 0)
e quest'ultima come al solito.
ALTERNATIVAMENTE
* (1 + k)*x^2 - k*x + (k - 1)/4 <= 0
ha parametrici tutt'e tre i coefficienti, quindi discuto tre casi particolari e un caso generale.
---------------
A) k = - 1
* x + (- 1 - 1)/4 <= 0 ≡ x <= 1/2
---------------
B) k = 0
* (1 + 0)*x^2 + (0 - 1)/4 <= 0 ≡ - 1/2 <= x <= 1/2
---------------
C) k = 1
* (1 + 1)*x^2 - x + (1 - 1)/4 <= 0 ≡ 0 <= x <= 1/2
---------------
D) k ∉ {- 1, 0, 1}
* (1 + k)*x^2 - k*x + (k - 1)/4 <= 0 ≡
≡ x^2 - (k/(k + 1))*x + (k - 1)/(4*(k + 1)) <= 0
≡ p(x) = x^2 - s*x + p <= 0
--------
Con
* s = k/(k + 1)
* p = (k - 1)/(4*(k + 1))
si ha
* Δ(k) = s^2 − 4*p = (k/(k + 1))^2 − 4*(k - 1)/(4*(k + 1)) = 1/(k + 1)^2
* √Δ = 1/(k + 1)
* X1 = (s - √Δ)/2 = (k/(k + 1) - 1/(k + 1))/2 = (k - 1)/(2*(k + 1))
* X2 = (s + √Δ)/2 = (k/(k + 1) + 1/(k + 1))/2 = 1/2
Le radici sono
* separate per X1 < X2 ≡ (k - 1)/(2*(k + 1)) < 1/2 ≡ k > - 1
* coincidenti per X1 = X2 ≡ (k - 1)/(2*(k + 1)) = 1/2 ≡
≡ impossibile, k = - 1 è un asintoto.
* complesse coniugate per Δ(k) < 0 ≡ 1/(k + 1)^2 < 0 ≡ impossibile
-----------------------------
AL VARIARE DI k ∈ R
---------------
k = - 1: x <= 1/2
k > - 1: (k - 1)/(2*(k + 1)) < x < 1/2
coi casi
k = 0: - 1/2 <= x <= 1/2
k = 1: 0 <= x <= 1/2

 

@exprof   la filippina è stata una vera goduria, mi da un'ulteriore conferma di ciò che penso del sistema italiano. Poveri noi, sgobbatori, come siamo messi male. Mio figlio vive a Berlino, manca poco affinché si prenda la cittadinanza tedesca. Quando sono andato a trovarlo, ci ho messo qualche giorno per abituarmi a quel sistema così efficiente, in cui si percepisce nettamente l'ordine e il rispetto delle regole sociali, senza voler idolatrare nessun sistema al mondo. Fatto sta, che ogni volta che esco da casa mia mi sembra di entrare nella giungla, altro che sistema civilizzato: livello di allerta individuale "allarmante", responsabilità sociale sotto i piedi, senso della comunità pressocché inesistente, ecc. In ogni caso, ho fatto tesoro delle tue dritte per l'esercizio. Stammi bene e buona serata.



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