Caro @exprof, cari @LucianoP, @mg e @nik
Mi perdonerete per il ritardo nella risposta, sto purtroppo frequentando meno il sito in questi giorni, ma ci tenevo a trovare il giusto momento per rispondere a questa domanda, che devo dire mi fa davvero tanto piacere.
Ho preso servizio il 1 dicembre, al termine del dottorato, dunque ad oggi sono poco più di tre mesi che insegno. Quest'anno ho solo due classi, una classe prima di liceo scientifico e una terza linguistico. E' quindi un inizio tranquillo, che mi sta consentendo di entrare in questo mondo a poco a poco, di imparare, di guardarmi intorno e di muovere i primi passi con tranquillità. Oltre alle ore in classe, per completare la cattedra, mi sono state affidate molte ore di potenziamento, in cui i ragazzi hanno la possibilità di approfondire alcuni argomenti o di colmare delle lacune.
Questo per darvi un po' di contesto, ora veniamo alle impressioni.
Premetto che tre mesi sono pochi e tutti sappiamo che i primi mesi in un qualunque rapporto (professionale e non) sono sempre quelli più belli, per cui mi ripropongo di rispondere nuovamente a questa domanda, magari tra un anno o due. Però almeno per ora posso dire che, nonostante la sveglia presto, nonostante il viaggio, anche se non si possono avere sempre soddisfazioni, io entro in classe sorridendo ed esco stanca ma soddisfatta.
Ho fatto un percorso di dottorato soddisfacente e stancante, che mi ha sicuramente portato soddisfazioni e belle esperienze. Eppure a un certo punto mi ero resa conto che più andavo avanti e più i discorsi diventavano concentrati su pochi argomenti, riservati a pochissimi. Gli interessi si stringevano, il tempo diminuiva e io stavo perdendo qualcosa mentre ne conquistavo qualcun'altra.
Ora sento invece che quello che ho studiato, e che tutt'ora continuo a studiare, non rimane "fermo" ma viene trasmesso all'esterno e questa cosa mi dà un senso di apertura e di rinnovata curiosità che sentivo di avere un poco perso.
I ragazzi dall'altro lato non sono sempre pronti a cogliere gli spunti, non sempre studiano, non sempre danno la risposta che vorrei dessero. Eppure qualcosa la restituiscono sempre, che può essere uno sguardo curioso, una domanda azzeccata, un commento garbato.
La piccola differenza di età mi sta permettendo di instaurare un bel rapporto con i ragazzi. Temevo di non riuscire a mantenere le dovute distanze - troppo vicini, troppo lontani - invece è stato tutto molto naturale. In questo momento loro sanno che c'è il momento della lezione seria così come può esserci il momento della chiacchiera e devo dire che per ora tutto sta funzionando con un buon equilibrio. Le classi sono variegate e si vede la differenza tra scientifico e linguistico. Entrambe le classi però sono belle sfide da affrontare. La prima di scientifico è numerosissima e difficile da tenere a bada, ma ci sono bellissime intelligenze e a volte bisogna solo riuscire a frenare l'entusiasmo e la curiosità, che però sono sempre le benvenute. La classe di linguistico era partita con il presupposto che "a noi la matematica e la fisica non servono". Ad oggi invece, pur con le ovvie difficoltà, siamo riusciti a trovare un bel punto di incontro e vedo in loro un interesse rinnovato che mi dà belle soddisfazioni. Sono contenta soprattutto nel vedere dei piccoli progressi nei ragazzi che si erano un po' arresi e che invece stanno riscoprendo la materia e forse anche un po' le loro capacità. A volte davvero serve lasciare un po' di fiducia e tranquillità, oltre che le conoscenze specifiche.
Qualche giorno fa un ragazzo che ha sfruttato le ore di potenziamento per affrontare insieme alcuni argomenti di fisica, mi ha fermato tutto soddisfatto per dirmi che era riuscito a fare da solo tutti gli esercizi assegnati e che gli sembravano davvero troppo semplici, per essere giusti... eppure erano usciti tutti i risultati. Oggi, mentre prendevo un caffè a ricreazione, un ragazzo che ha seguito il corso di recupero per aver preso il debito in matematica mi ha fatto segno con le dita di aver preso 7.
Insomma, le soddisfazioni devo dire che arrivano e mi riempiono davvero di vita.
Per ora sento di aver fatto la scelta giusta. Spero naturalmente che le cose possano continuare in questa direzione e soprattutto che l'entusiasmo dei primi tempi non sia soppiantato dalla routine.
Devo dire però che ho anche trovato bellissimi colleghi, con più anni di esperienza alle spalle, e che ancora affrontano ogni lezione con serietà e grande entusiasmo. L'ambiente di lavoro è una cosa importante, e mi sento davvero fortunata nel dire che ho trovato una bellissima realtà in cui sono tanti i colleghi che si danno da fare e con cui sto stringendo un bel rapporto di scambio e di amicizia.
Sono contenta, davvero contenta. E non lo dico a cuor leggero, perché esco da un anno difficile che mi ha lasciato ferite profonde. Eppure veder scorrere la vita e vedere l'energia di questo ambiente mi sta davvero facendo bene.
Noemi